sabato 29 gennaio 2011

Hereafter

Ci sono dei film che vai al cinema, li vedi, e il giorno dopo è come se non li avessi mai visti. Hereafter, l'ultima opera di Clint Eastwood, per per me è uno di questi.
Non posso parlarne male. Semplicemente non so cosa dirne perché in sostanza non capisco cosa questo film abbia voluto dire a me.
Se dovessi definirlo in quattro parole credo me la caverei così: "ben fatto ma inutile".

mercoledì 26 gennaio 2011

The box

Se ognuno di noi potesse pigiare un pulsante su una scatola e guadagnarsi un milione di dollari, determinando però la morte di una persona sconosciuta, l'umanità si estinguerebbe in fretta. Per il globo terraqueo sarebbe una fortuna, per il genere umano un po' meno.
Il regista di Donnie Darko traspone per il grande schermo un romanzo di fantascienza dal titolo Button Button; l'autore del romanzo è Richard Matheson.
La prima metà del film (a detta di molti, fedele al romanzo) è assai inquietante. La vicenda intriga parecchio, alcune immagini son suggestive e il ritmo regge: non c'è spazio per eventuali cascaggini. Il secondo tempo invece peggiora. Il regista sembra partire per la tangente, infila nel calderone tutto e il contrario di tutto, finendo per annoiare un po'.
Conclusione? L'uomo è un essere spregevole, è vero. Ma questo si sapeva anche prima di The box.

domenica 23 gennaio 2011

La banda del porno

Mio padre tempo fa mi ha detto: "Se metti degli uomini attorno a un tavolo, senza donne accanto, stai certa che quegli uomini tireranno fuori il peggio di loro. Usciranno commenti volgari e sessisti anche da chi in apparenza non penseresti mai possa dire certe frasi."
Non so esattamente per quale motivo mio padre abbia voluto in un colpo solo annientare completamente la mia fiducia nel genere maschile, fatto sta che questa sua frase mi ha dato da riflettere.
Forse la volgarità è insita nell'essere umano, ancor più che nel maschio in quanto tale. Forse tutti, chi più chi meno, quando pensano di essere in un contesto dove nessuno li giudica, tirano fuori "il peggio di loro". Ma poi cosa significa esattamente tirare fuori il peggio di sé? E soprattutto, siamo proprio sicuri che la gente tiri fuori il peggio di sé solo quando nessuno la può vedere-sentire e quindi di conseguenza giudicare? Oggi come oggi, almeno in Italia, il cattivo gusto sembra essere qualcosa da esibire, più che da celare.
Be', ad ogni modo sarò onesta: il sesso, con tutto ciò che lo riguarda più o meno indirettamente, è una roba molto complessa. Io in genere fatico a dar giudizi sugli usi e i costumi altrui. Sovente lo stesso concetto di volgarità o di cattivo gusto è un qualcosa di molto relativo: non è tanto legato al tema di cui si parla ma alla modalità con cui si affronta, probabilmente.
La banda del porno, ad esempio, è uno di quei rari film con la straordinaria capacità di toccare un tema di per sé delicato senza mai scadere nella volgarità. Fare un film su un disoccupato di mezza età - interpretato dal favoloso Jeff Bridges - che decide di riscattarsi producendo un porno amatoriale insieme a degli amici, è un'operazione assai rischiosa. Probabilmente in Italia il risultato di un simile azzardo sarebbe stato disastroso. Forse quel famoso "peggio di sé" di cui parla mio padre sarebbe venuto fuori in modo patente, senza alcun filtro.
Michael Traeger, invece, porta a termine la sua missione con grande classe: il film strappa diverse risate e si contraddistingue per soavità. Ovviamente non ho idea di cosa esca dalla bocca di questo regista qualora si trovi da solo con altri uomini. Quel che è certo è che, almeno in questo film, ha saputo parlare di sesso con intelligenza ed estrema finezza.