mercoledì 26 maggio 2010

Per entusiasmarsi basta poco

Siamo subissati da immagini. Ogni giorno, in ogni angolo. Cartelloni pubblicitari ai bordi delle strade, foto di giornali, affissioni dentro ai tram... ogni istante della nostra vita siamo circondati e ubriacati di immagini. Per lo più oggetti e donne nude. Perché si sa, l'obiettivo è rincoglionire le menti, atrofizzare il senso critico.
Noi non sappiamo leggerle queste immagini, non abbiamo gli strumenti per interpretarle. Forse è proprio per questo che ci rincoglioniscono. Conosciamo tutte le figure retoriche nella poesia, ma nulla sappiamo del linguaggio di una foto. Nessuno, fin da quando siamo piccoli, ci insegna a decifrare ciò che non è verbale.
Sappiamo immaginare molti modi diversi per dire a una persona: "ho fame": c'è la via diretta, "ho fame"; la via iperbolica, "ho una fame da lupi"; la via "litotica", se così la si può definire, "non sono proprio disappetente stasera"; la via dell'allusione, "hai mica qualcosa da mangiare in borsa?". Potrei andare avanti ore ma ve lo risparmio. Il punto è che se noi avessimo circa il linguaggio visivo la metà della conoscenza che abbiamo su quello verbale, saremmo molto più liberi. Molto meno succubi di chi ha interesse a tenerci nel rincoglionimento.  
Ebbene a questo punto, senza aver alcuna pretesa di risvegliarvi dal torpore col mio umile blog, vi sottopongo una bellissima foto di Tina Modotti, grande fotografa e attrice degli anni '20, nonché donna dallo straordinario impegno politico e sociale. Un'immagine esemplare per la maestria delle regole compositive e per la capacità di comunicare. Il Messico rappresentato attraverso tre dei suoi aspetti fondamanetali: il lavoro, la guerra, la musica. La foto è stata scattata nel 1927.  
Un professore, ieri a lezione, ci ha detto: "io a vedere sta roba m'emoziono, perdonatemi". Ebbene anche a me sta roba m'emoziona e quindi la condivido con voi. Se non vi sembra abbastanza, abbiate pazienza oppure cambiate blog.
                                                                

Composizione con falce, cartucce e chitarra

2 commenti:

  1. Concordo al 100% che siamo in gran parte - io di certo lo sono - "illetterati" su immagini (e video), e che sarebbe rivitalizzante per scuole e alunni se oltre alla letteratura ci fosse più spazio per forme espressive così presenti nella vita quotidiana. Non le metterei in contrapposizione, però: non credo proprio che "conosciamo tutte le figure retoriche nella poesia", e neppure la maggior parte (parlo sempre prima di tutto per me, che comunque la poesia la bazzico abbastanza). Senza contare che oltre alla letteratura e alla fotografia pure esistono moltissime forme ibride.

    P.S. Non avresti un formato più grande della foto? Sembra interessante...

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  2. La mia non voleva essere una contrapposizione, della serie "o questo o quello". Io credo ci vorrebbe questo e quello. Una persona è tanto più libera quanto più riesce a valutare criticamente i messaggi che gli arrivano, di qualunque tipo essi siano. Essendo noi subissati di messaggi visivi dovremmo, a mio avviso, provare a capirli un po' meglio. Tutto qua. Nessuno vuole sminuire l'importanza di studiare la litote o il paradosso in una poesia, ma sapere, ad esempio, che spesso le pubblicità per le strade (così come molti quadri) utilizzano le medesime figure retoriche, secondo me è un arricchimento.
    La foto è piccola, lo so, ma purtroppo è l'unica che ho trovato.

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