Un broker londinese, vero e proprio squalo della finanza, si trasferisce in Provenza, per tentare di vendere una villa con vigneto ereditata dallo zio defunto. I ricordi d'infanzia, il fascino straordinario della campagna francese, e l'incontro con una giovane donna del paese innescano gradualmente - qualcuno obietterebbe "troppo poco gradualmente" - la metamorfosi.
La commedia di Ridley Scott, infarcita dall'inizio alla fine di sdolcerie e luoghi comuni, è uno spot da azienda del turismo che potrebbe competere con il Kenneth Branagh di Molto rumore per nulla (in quel caso lo spot veniva fatto alla Toscana). Russel Crowe, il protagonista, appare forse un po' impacciato, ma fa tenerezza, nella sua sfacciata languidità. L'elogio del vigneto è scontatissimo e le macchiette sui francesi sembrano fatte a posta per innervosire.
Ruffiano, banale e assolutamente non realistico il film ha comunque un suo perché, una sua capacità di far riflettere e fantasticare. E' pieno zeppo di errori eppure risulta gradevole: una favola elegante.
Mereghetti sostiene che quando alle favole si mette troppo zucchero queste smettono di essere credibili. Onestamante dissento. Una favola o una fiaba non deve essere credibile: deve farti sognare. Quando mai può venire in mente di rifarsela con Biancaneva perché non è un personaggio realistico? Io dubito che possa succedere. Ci son cose alle quali si decide di credere. Non perché siano ragionevolmente credibili, ma perché si ha bisogno di farlo.
Ho visto un concerto dei Pearl Jam, anni fa. Eddie Vedder, quarantacinque anni compiuti, si scatenava come un pazzo e io mi domandavo come ciò fosse possibile. Ovviamente conoscevo la risposta più plausibile, ma mi rifiutavo di prenderla in considerazione. "Si sarà fatto la peggio roba", commentava la gente. "Tutte malignità", pensavo io.
L'immagine del gruppo rock integerrimo, onesto dentro, animato dalla sola passione per la musica, etc etc è assolutamente favolistica. Eppure dare 50 euro a un gruppo così mi pesa meno che darli a un gruppo come tanti.
Per farla breve e per tornare al film: Ridley Scott non ha confezionato un film realistico, bensì una favola. Sta allo spettatore prenderla per quello che è.
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