venerdì 9 ottobre 2009
District9
Faccio fatica ad esprimermi su District9, prima opera del regista sudafricano Neill Blomkarnp, nonché curioso esempio di film a cavallo fra generi e codici. Un po' film di fantascienza, un po' finto documentario, un po' splatter-moovie di serie b. Quel che è certo è che District9 vuole essere una metafora di tutte le storie di razzismo: l'apartheid sudafricano (il film si svolge non a caso a a Johannesburg), la situazione dentro i nostri CPT... Il film racconta quanto è difficile l'integrazione fra diversi e per farlo fonde il più possibile tutto ciò che il cinema permette di fondere. Il risultato finale è tanto originale quanto ambiguo, a mio avviso. Alcune trovate sono notevoli, altre lasciano interdetti. Nello specifico mi trovo concorde con l'osservazione di Paolo Ruffino che scrive: "In un'opera che parla fondamentalmente di razzismo, tutti gli attori che interpretano posizioni di potere sono bianchi, mentre i criminali, le gang o gli inservienti della MNU sono neri. Una caduta di stile un po' grossolana da non poter risultare accidentale."
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Mi sa che anche tu eri un po' "distract" mentre scrivevi il titolo del film... ;-)
RispondiEliminaOps, ora mi tocca correggere, accidenti!
RispondiEliminaGrazie della dritta.
Finalmente trovo qualcuno che condivide qualche perplessità su questo film... sono andata a vederlo pochi giorni fa, stimolata da positivissime critiche, ma sono rimasta un po' delusa. Continuo però a leggerne benissimo
RispondiEliminaEcco quel che ne penso io
http://www.cinematascabile.com/sociale/district-9-di-neill-blomkamp/
Si, in effetti condivido le tue considerazioni. Questo film ha dalla sua una serie di elementi che lo rendono veramente originale, però... qualcosa non lo fa decollare, secondo me. E' come se cadesse in alcuni cliché che gli fanno perdere punti, e onestamente la cosa intristisce perché i presupposti, come dici tu, ci sarebbero.
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