Tanto per iniziare, una confessione: credevo fosse un film sovietico. Invece, Lukas Moodysson, l'autore della pellicola, è un affermato regista svedese. Come è abbarbicata la mia ignoranza! Seconda cosa: quando ho visto questo film al festival del cinema europeo, ormai una decina di giorni fa, ero piuttosto giù di corda. Questo probabilmente - anzi dovrei dire certamente - ha influenzato il mio modo di approcciarmi al film. Forse quando uno è sfavato non dovrebbe vedere certi mattonazzi, non so... (anche se comunque qualcuno potrebbe obiettare che i mattonazzi ti fanno vedere che c'è chi sta peggio di te).
Lilja 4-ever è, a tutti gli effetti, un pugno ben assestato nello stomaco. Inizia male, continua malissimo, finisce da schifo. Con uno stile sobrio e minimalista - fin troppo asciutto, talvolta - il film racconta una storia crudele e senza speranza.
In una città indefinita dell'Ex URSS, nel degrado più agghiacciante, Lilja vive da sola, dopo esser stata abbandonata dalla madre, emigrata negli Stati Uniti. Lilja ha appena sedici anni e si ritrova a dover combattere per la sua stessa sopravvivenza. Non ha un lavoro, vive in una casa fatiscente e si fa di colla per evedare dall'orrore che la circonda.
Quando comincia a prostituirsi per lei è l'inizio della fine. Volodia, il suo unico giovane amico, sembra aver compreso il tremendo destino che la aspetta, ma lei non vuole ascoltarlo, ha troppo bisogno di sognare. Nel giro di poco tempo viene abbindolata da un giovane svedese che la raggira e la fa andare in Svezia illudendola di trovarle un lavoro e di regalarle una nuova vita. In Svezia Lilja diventa una schiava: corpo inerme nelle mani di un padrone. Semplice merce di scambio: ogni ora un corpo diverso la sovrasta. Uomini giovani, vecchi, timidi, eccentrici, violenti, bavosi. Moodysson mostra vere e proprie carrellate di uomini che si susseguono sopra l'esile corpo di Lilja e lo fa con una freddezza che lascia perplessi. C'è qualcosa di surreale e di tremendo in queste sequanze. In quell'est degradato, violentato dal capitalismo occidentale, Lilja era sola e disperata, ma almeno decideva della sua vita. Nella nordica Svezia Lilja non esiste, la sua dignitià di essere umano non c'è più. Il vero orrore non è rappresentato tanto dall'Ex URSS, con i suoi decadenti palazzoni grigi, ma dalla moderna Europea del nord, con le sue città pulitissime e le sue luci colorate durante la notte.
Per concludere: se siete in vena di fare a botte guardatevi pure Lilja 4-ever, ma state certi che ne prenderete di santa ragione.
Nessun commento:
Posta un commento