mercoledì 30 marzo 2011

Una proposta per dire sì

Prevedibilissimo, scontato come non mai; per questo anche rassicurante, in certo qual modo.  
L'irlanda fa sempre colpo, certi sketch malgrado tutto strappano una risata e lui  è di una bellezza (e di un fascino) disarmante, al limite della tollerabilità.
Insomma, una tipica romanticata vista e stravista, adatta da somministrare la domenica sera.

giovedì 24 marzo 2011

Il cigno nero

Ha gli occhi iniettati di sangue il cigno nero interpretato da Natalie Portman. Si muove sinuoso, leggero, sensualissimo pur nella sua scheletricità. Ha qualcosa di  oscuro, di demoniaco: rappresenta tutto ciò che il cigno bianco teme, ma latentemente anche spera, di diventare. La macchina da presa non lo molla un secondo, quasi fosse rapita da quel gracile ambiguo corpo sospeso per aria. Quel corpo capace di incarnare sia il cigno nero sia il cigno bianco, sia il candore sia la passionalità.
In effetti l'ossessione del corpo, della carne è cosa quanto mai comune (attuale, oggi più che mai).
La protagonista del film è ossessionata dal suo corpo: lo mette alla prova incessantemente (talvolta addirittura lo sfregia, in preda a vere crisi autodistruttive); lei vuole raggiungere la perfezione e il prezzo della perfezione è l'esercizio fisico portato alle estreme conseguenze, l'autolesionismo.
La madre, possessiva fino all'inverosimile, è ossessionata da quello stesso corpo, nel quale in fondo rivede se stessa. Lo vuole proteggere, ma finisce per reprimerlo, per soffocarlo.
Infine c'è l'insegnante di danza, il viscido e fascinoso Vincent Cassel, che fa di quel corpo la sua migliore preda. Lui provoca la giovane donna, la tocca, la agguanta, l'agita... cerca di scatenare in lei il fremito della passione. Le urla "balli come una frigida!" ma lei non replica. Soffre per l'umiliazione ma subisce in silenzio.    
Tutti quanti, spettatori inclusi, sono catturati dalla fisicità della Portman, dal suo fascino attrattivo-repulsivo, dalla profonda ambiguità di questo suo personaggio: prima timida e remissiva, tecnicamente eccellente come ballerina ma emotivamente fredda, sessualmente noiosa; poi spregiudicata e passionale, violenta e imprevedibile, un turbine di emozioni.
Sembra una diva degli anni '10 l'esile attrice: inquieta ed inquietante, pervasa da un malessere profondo che può portarla a compiere azioni inenarrabili. Sembra la protagonista di un horror gotico con tutti i crismi.
La vera diva, quella degli anni '10, appunto, vive tutto in modo estremo: recita a tutto corpo, raramente in primo piano, fa delle gran smorfie... prima è super-candida poi si lascia attrarre dal maligno e allora Dio solo cosa può succedere. Infine muore, di solito in avampiano, davanti allo sguardo attonito dei suoi ammiratori.
In questo caso siamo abbastanza lontani dalla raffigurazione dell'eroina gotica di inizio 900, ma certo qualche  similitudine permane.
Per concludere: l'ultimo film di Aronofsky è un film forte, estremo, che pecca forse per eccesso di metaforicità. E' un film che fa contrarre i muscoli e chiudere gli occhi, una di quelle opere che non lascia alcuno scampo ai suoi spettatori, deve stimolarli e sconvolgerli continuamente. Se cercate un momento di relax statene alla larga. Se siete in vena di un trhiller spicologico con sfumature quasi orrorifiche direi che è il film giusto per voi.

giovedì 17 marzo 2011

Scott Pilgrim vs il mondo

Lo hanno fatto passare come un film da adolescenti, un prodotto tipicamente per giovani nerds. E' tratto da un fumetto, ha come protagonista un nerd, usa un linguaggio assolutamente dgiovane, da videoclip/videogame... In effetti, per concludere, Scott Pilgrim è un film da adolescenti.
Il fatto però è che questo ha fatto sì che molto del pubblico per così dire "adulto" lo scansasse, ed è un vero peccato. Scott Pilgrim ha parecchio da insegnare, e non solo ai ragazzini.

mercoledì 16 marzo 2011

Amori e altri rimedi

Lui è decisamente bello, però anche un po' stronzo. Non un autentico stronzo, ma uno di quelli che simula di essere stronzo perché ancora non ha trovato la donna giusta. Lei fa la sua porca figura. Non è la classica bellona, è la tipa interessante che difficilmente passa inosservata. Insomma, sono giovani e avvenenti. Si incontrano, fanno una fraccata di sesso (anche un po' spinto, diciamocelo) e alla fine si innamorano.
Nulla di nuovo, né di particolarmente originale, se non fosse che lei è malata di parkinson. Che dire... il film si lascia guardare, ma lo zucchero alla lunga annoia un po'.

martedì 15 marzo 2011

Cella 211

Un giovane secondino appena assunto in un carcere di massima sicurezza viene colpito alla testa: da quel momento è l'inizio della fine. Nel carcere scatta una rivolta carceraria e l'uomo si ritrova suo malgrado coinvolto. Per salvarsi la pelle prova quindi a spacciarsi per un detenuto.
Avvincente film di genere dal montaggio serrato e adrenalico. Il cast funziona e le due componenti, quella più prettamente di intrattenimento e quella invece più politica, sono tutto sommato ben calibrate. Peccato per qualche sbavatura retorica di troppo, nella parte conclusiva. Per il resto... il filme merita, non c'è che dire.

sabato 12 marzo 2011

Non è più l'era della Pimpa

Quando ho cominciato a frequantare Y. R. avevo da poco smesso di guardare la Pimpa.
Y. R. è diventato in poco tempo la mia seconda casa: per metà negozio di musica e per l'altra metà videonoleggio, questo posto ha rappresentato per me un luogo piuttosto significativo. Nel giro di diversi anni son passata, cinematograficamente parlando, dalla Pimpa a Pulp Fiction (noleggiato a sedici anni, anche se non si poteva, perché "si vabbe', sei minorenne... ma tanto sei sveglia, no?"), musicalmente parlando dai Sex Pistols (che comunque non rinnego, sia chiaro) ai King Crimson.
Da Y. R. ci sono due stanze principali, una con la musica e una con i film. Nella stanza dei film, fino a poco tempo fa, c'era una finestra, attraverso la quale si accedeva a una terza stanzina. Il tipo che ti noleggiava i film era rinchiuso lì, nella stanzuccia stretta e lunga. Tu non potevi acceddere alla stanzuccia, ma parlavi col tipo  tramite la finestra. Era una finestra aperta sul mondo dei film a nolo, diciamo. Una finestra aperta sull' infinita varietà di emozioni che tutti quei film avrebbero potuto potenzialmente suscitarti. Se noleggiavi In viaggio con Evie avresti passato una seratina di puro relax. Se prendevi a nolo Boys don't cry ti saresti sparato nelle gonadi, tanto per capirsi. C'era qualcosa di molto intimo in quella finestrella. Scegliere un film e rendere partecipe qualcuno di questa scelta significa in qualche modo mettersi a nudo, raccontare a un perfetto estraneo qualcosa di sè. Forse è proprio per questo che nel giro di poco tempo, se sei un noleggiatore serio, quel "perfetto estraneo" che ti noleggia i film è destinato a diventare ben altro che un estreneo. Diventa un confidente, un amico, una via di mezzo tra uno spacciatore e un terapeuta. Ed è così, infatti, che attorno a quella finestrella si raggruppavano tutti i cinefili incalliti del quartiere, tutti coloro che come te vedevano nel "tipo che noleggia i film" qualcosa di diverso dal semplice "tipo che noleggia i film". Ed è così che l'occasione di un noleggio diventava l'occasione di una chiacchierata, di un confronto, talvolta pure di qualche lite furente. Ogni scusa era buona per restare a fare quattro chiacchiere in quel luogo un po' defilato, nei pressi della finestrella. Non c'era mai estraneità attorno a quella finestrella. Non ci si poteva sentire anonimi quando si stava appoggiati lì a ragionare di un film.
Ebbene, qualche giorno fa sono andata da Y. R. e ho scoperto l'atroce novità:  niente più finestrella, niente più zona riservata a noi "pochi ma buoni", amanti del videonoleggio e delle chiacchiere di qualità. Nella prima sala sono stati uniti cd e dvd. Il bancone del noleggio adesso fiancheggia il bancone dove si comprano i cd.
Adesso siamo nella mischia, sempre e comunque, anche quando si noleggia un film. Adesso tutti condividono tutto. Vuoi noleggiarti un film e l'intero negozio sa cosa hai scelto. Tutto è molto più impersonale, anonimo... forse più pratico, più veloce, più funzionale.... Ma è tutto in piazza, è tutto condiviso.
Io purtroppo non sono tipa da piazza. Non sono tipa da grandi numeri, da "devo condividire tutto con tutti". Ho sempre pensato che l'autentica condivisione sia cosa assai rara. Non si può condividere tutto perché è come condividere niente. Non si può condividere con tutti perché se non c'è selezione non c'è qualità.
Be', ad ogni modo questo è quanto. Le cose cambiano al mondo e non ci si può far nulla. Bisogna saper superare certi traumi e andare oltre. Bisogna saper crescere, suppongo.
Non è più l'era della Pimpa da molti anni; probabilmente non è neppure più l'era della finestrella.


-Chicchirichì chicchirichì
-E' già ora di tramontare?
-Si, buonanotte
-A domani

Dialogo tra un gallo e il sole, tratto da Buonanotte Pimpa!