venerdì 20 settembre 2013

Gravity 3d

"I'm Ryan Stone, do tuo copy me?", "Sono Ryan Stone, mi ricevi?" Chiede ossessivamente la dottoressa Stone, rimasta sola a fluttuare nello spazio, dopo aver perso il segnale anche dal suo collega Matt Kowalsky.
"Do you copy me?" è probabilmente la frase più frequente nei 90 angoscianti minuti del  "tecnothriller" di Alfonso Cuarón che uscirà a inizio ottobre nella sale italiane.
La dottoressa Stone, magistralmente interpretata da una Sandra Bullock in stato di grazia, ripete ossessivamente questa frase. Qualcuno mi riceve?
I suoi occhi sono angosciati, il respiro è affannoso, concitato... lo spettatore è coinvolto a tal punto da percepire quasi a livello fisico il senso di nausea della Bullock per i continui sballottamenti del corpo.
Ebbene sì, Gravity è un film che coinvolge e che tiene in tensione costantemente. Di quei film che quando sei al cinema ti fanno stare con le gambe tese anche se non hai alcuna fila davanti a te che ti impedisca di stenderle.
E' bello, insomma, il film di Cuarón: emozionante, ben interpretato e calibratissimo nell'uso del 3d (per non parlare della bella profondità di campo). Ogni tanto cade nella tentazione tipicamente hollywoodiana di condire tutto con un po' di facile retorica (qui si potrebbero raccontare diverse cosette, ma evito perché così vi rovino il film) ma complessivamente si distingue per lo stile asciutto e naturalistico.
Da vedere, senza dubbio.