martedì 31 dicembre 2013

In vista del 2014

Ci risiamo. Un altro anno sta per finire e a me tocca di nuovo fare gli auguri ai miei affezionati lettori. Che poi uno dice "tocca" come se fosse un obbligo, invece qui si parla di un piacere.
Il 2013 è stato un anno altalenante, ma direi tendenzialmente burrascoso e faticoso.
Volendo tirare le fila, in poche parole, potrei dire questo:

  1. ho capito che la mia strada non è lavorare all'estero per qualche casa di produzione britannica, come la mia prof si sarebbe aspettata che facessi
  2. ho acquisito qualche punto autostima grazie a alcuni estimatori strampalati (la cosa mi crea sempre un certo imbarazzo ma tutto sommato va bene così)
  3. ho iniziato a ragionare seriamente in termini di autoimprenditorialità e ho detto a me stessa, una volta per tutte, che se anche attorno a me la gente non sempre mi sostiene come vorrei, in questo percorso, io prendo una pillola di "Menefotto" e vado avanti (se non sapete di cosa sto parlando, andate su You Tube e digitate "Andrea Muzzi Menefotto")
  4. sono diventata zia e la cosa mi ha davvero gasato; più che altro mi gasa l'idea che quel pargolo andrà per la prima volta al cinema insieme a me e non insieme ad altri... sì, perché questa cosa la pretendo. Non chiedo altro, ma questa cosa sì!
  5. ho partecipato a un bando per mettere su un'impresa con dei soldi a fondo perduto e non l'ho vinto, ma sono strafiera del mio business plan; in compenso ho vinto un altro bando che non è proprio spettacolo spettacolo ma sempre meglio di niente...
  6. ho coltivato alcune amicizie molto importanti e sono cresciuta assieme a loro; mai come quest'anno mi sono circondata di amicizie femminile... chi lo avrebbe mai detto!
  7. ho visto un concerto strepitoso, di Omar Sosa e Paolo Fresu: forse uno dei migliori concerti della mia vita... se è per questo sono stata anche a prendere Paolo Fresu in aeroporto e la cosa mi ha fatto molto sorridere. Tra l'altro Fresu è super alla mano, un vero grande!
  8. sono entrata nell'ordine d'idee che a brevissimo cambierò casa e andrò a convivere. Niente più vita da studentessa, insomma! Nuovo quartiere, nuove abitudini di vita, nuove sfide da superare. Fifia? Abbastanza, ma dice che è normale.
  9. ho passato un momento di difficoltà emotiva e mi sono sfondata di cinema e di corse al parco delle Cascine  
  10. ho capito l'importanza del passo che sto per compiere, andare a convivere, guardando il viso sorridente di uno dei miei carissimi amici di Y. R, il mio videonoleggio di fiducia. E' assurdo come la commozione negli occhi di un negoziante che ti ha noleggiato film da quando avevi dieci anni, ti segni qualcosa dentro. Di botto ti accorgi di essere lontana anni luce dalla ragazzina che non sapeva chi fosse Tom Waits. In ogni modo è bello quando qualcuno si commuove per te. E' bello vedere tramite l'altro quello che tu, preso da mille problemi ed ansie, fatichi talvolta a individuare.  
Potrei raccontarvi molte altre cose, se volessi... ma penso sia giunta l'ora di bastarla. La logorrea dopo un po' non mi si addice.
Non so che programmi abbiate per stasera ma il mio augurio è quello di passare una serata all'insegna della serenità. Nessuna polemica, nessuna costrizione, nessun'ipocrisia. State con chi volete e fate quello che volete, senza troppe menate. Io cercherò di fare lo stesso. E per l'anno che sta per arrivare... millemila auguri, miei cari stralunati lettori. Che il 2014 vi porti armonia, salute, fiducia in voi stessi e calore umano. Tutto il resto, alla fine fine, è del tutto superfluo.

lunedì 30 dicembre 2013

Oh Boy - un caffè a Berlino

Il regista Jan Ole Gerster vorrebbe essere Jim Jarmush. Gli piacerebbe proprio tanto, essere Jarmush.
Ebbene, malgrado il film non sia di Jarmush, Oh Boy secondo me è piacevole e merita una visione.

domenica 8 dicembre 2013

La città ideale

Non è un film perfetto, l'opera prima di Lo Cascio. La città ideale riesce, però, a coinvolgere lo spettatore in un'atmosfera surreale e un po' inquietante. Secondo me come primo tentativo non è affatto male. Il cast è valido e il ritmo, non dei più scoppiettanti, riesce comunque a non implorarti di dormire.