venerdì 18 giugno 2010

Copia conforme

Arte: cosa significa la parola arte? Qual è il suo senso profondo nella vita umana? Un oggetto è artistico di per se stesso oppure lo diventa sulla base della nostra relazione con esso? Perché un quadro originale di Picasso vale di più di una sua riproduzione? In fondo l'originale crea molti più problemi al suo proprietario di quanti non ne crei la copia.
Cosa è veramente autentico in questo mondo? Un matrimonio può dirsi autentico in quanto ufficialmente riconosciuto dallo Stato oppure in quanto funzionante? E' possibile sentirsi intimamente vicini a qualcuno che conosciamo appena? E se ciò è possibile, si tratta in quel caso di una vicinanza reale oppure no? Cosa rende intrinsecamente autentico un legame, un gesto, una carezza, uno sguardo, un sentimento? Dov'è il confine tra verità e finzione?
Come mai tra uomini e donne la comunicazione è sempre tanto difficile? Come mai sovente non riusciamo ad accattere le debolezze dell'altro, malgrado questa incapacità ci faccia sentire profondamente soli? Come può accadere che a un certo punto della vita la persona con cui stiamo da sempre smetta di vederci? Come è possibile sentirsi invisibili agli occhi di qualcuno, che per noi diventa importante anche solo se ha cambiato profumo? Perché  la vita in due è così' tremendamente difficile? Perché fatichiamo a coltivare sentimenti stabili e duraturi? Perché finiamo vittime della noia, della routine, del tempo che passa?
Copia conforme è un film che in un modo o nell'altro non si dimentica: la macchina da presa è spesso immobile, caratteristica di per sè non necessariamente negativa, ma potenzialmente mortifera se i dialoghi non son scoppiettanti (e in questo caso posso garantirvi che non lo sono). Non c'è musica, non c'è azione; la trama è pressoché inesistente.
Kiarostami sembra voler riflettere su diverse tematiche, ma è come se non sapesse scegliere su quale di queste concentrarsi realmente. Il tempo passa e gli interrogativi si accavvallano, uno dopo l'altro. Prima si parla di arte, poi della natura umana, poi dell'incomunicabilità. Alla fine nessuna domanda trova risposta e nessun tema viene realmente approfondito. La carne al fuoco è molta, probabilmente troppa. Se il film fosse durato meno, e soprattutto se avesse deciso in modo chiaro dove andare a parare sarebbe stato un gran film. Certo, un film un po' pacco, di quelli da serata intellettuale; ma comunque avrebbe avuto un suo perché. Invece qui il perché si fatica a comprendere. Sono molti gli spunti interessanti, ma a fine film, se anche si è riusciti a scampare le cascaggini, viene onestamente da chiedersi: "si, e quindi?"   

1 commento:

  1. tra l'altro, anche volendo pensare che l'obiettivo del film e far porre al pubblico queste domande [e ognuno poi cerca la propria risposta], non mi sembrano così originali, soprattutto se si considera che il target di Copia Conforme non dovrebbe essere quello dei film di Moccia...insomma, concordo...dopo aver lottato [con scarsi risultati] contro l'effetto soporifero del film, mi chiedo "e quindi?"

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