lunedì 20 giugno 2011

Incontro con una vera Signora

Ci siamo ritrovate lì, insieme. Entrambe dietro le quinte di un maestoso elegantissimo cinema-teatro fiorentino. Lei era lì per lavoro (doveva entrare in scena dopo pochi minuti); io per un tirocinio universitario (dovevo dirle quando entrare in scena). Al di là delle pesanti tende, una platea vastissima, tutta in ghingheri, attendeva con ansia. Attendeva Lei, non Me, ma per la sottoscritta l'emozione era tale che sembrava attendessero Noi.
E' abissale la differenza tra Lei e Noi. Lei presuppone solitidine, unicità, distacco. Noi presuppone condivisione, vicinanza, unità di intenti.
E' anche abissale la differenza tra dare del lei a una persona, quando le si parla, e darle del tu, che poi alla fine è un po' come un noi ma al singolare.
Oggi giorno si tende sempre a dare del tu. Siamo sempre tutti in confidenza con tutti. Che si conosca o meno l'interlocutore, ci si relazione a questi tramite il tu. Il tu è dgiovane, caldo, informale. Il lei è antiquato, asettico, conformista. In una società in cui a quarant'anni si è chiamati ragazzi, sembra non esistere alternativa: ci si dà perennemente del tu.  
Ebbene, qualche sera fa, in quel magnifico cinema-teatro di cui vi parlavo, sono stata a contatto con i maggiori esponenti dell'alta borghesia-aristocrazia fiorentina. Gente con tre, quattro, anche cinque cognomi. Critici d'arte, giornalisti, poeti, nullafacenti di nobile famiglia... c'erano tutti, insomma. Quasi nessuno di loro si è rivolto a me con il lei. D'altronde, perché dare del lei alla ragazza che nell'assegnare i posti in sala ti rifila l'unica sedia da cui si vede male. Perché dare del lei a quella che non ti fa entrare in platea con quaranta minuti di ritardo. Perché trattare alla pari una tirocinante squattrinata. E' molto meglio darle del tu, tanto per ribadire le gerarchie. Perchè alla fine è questo il punto: è tutta una questione di gerarchie.
Sono stata a chiacchierare con Isabella Rossellini, quella sera, in quei pochi minuti dietro le quinte. Ella mi si è rivolta sempre con il lei. E' stata cordiale, gentilissima e rispettosa. Avendo notato la mia forte emozione mi ha rassicurato: "stia calma, è un contesto informale questo, vedrà che ce la faremo". Ce la faremo, le sue esatte parole. Ebbene si, è comparso quel Noi. "Ma allora è vero", mi son detta tra me e me: la gente aspetta Noi, aspetta che insieme, io e lei, si dia il via allo spettacolo.
E' stato bello poter scambiare appena qualche parola con una attrice di quel calibro e percepire da parte sua una grande dose di rispetto e di umiltà. E' stato emozionante avvertire quel Noi, perché dietro il Noi si celava il riconoscimento del mio ruolo. Il ruolo di una che deve solo dirti quando entrare in scena ma che se sbaglia ad avvisarti ti rovina lo spettacolo. E' stato anche molto carino che lei mi volesse rincuorare, in modo quasi un po' materno, nel momento di maggior panico e che però, al contempo, volesse darmi del lei, trattarmi alla pari.
Sembrerà una banalità, me ne rendo conto, ma oggi come oggi un fatto del genere non passa inosservato.

3 commenti:

  1. Si percepisce davvero la tua emozione. Che bello che deve essere stato! Sono contento di vedere quanto entusiasmo metti nel tuo lavoro e quanto ti piaccia. Oggi è tutt'altro che scontato per la nostra generazione...

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  2. bellissimo scritto come sempre chiara, e che emozioni trapelano dalle tue parole...
    purtroppo nell'era in cui il nostro tempo è scandito da un correre per raggiungere un qualcosa che non c'è ci ritroviamo a dar per scontate tante cose come spesso l'educazione... il rivolgersi con un Lei ad una persona che non si conosce è segno di rispetto si passerà al tu solo quando vi è un comune accordo quando i rapporti passano ad un livello di conoscenza maggiore... per lavoro mi capita di dare spesso del lei a persone molto più giovani di me ma non mi permetto mai di passare da tu al lei e loro con me tanto meno... eh i tempi sono proprio cambiati... se pensiamo che i ns nonni davano del voi ai propri genitori... Holly.

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  3. Vi ringrazio entrambi per i commenti. Fa piacere sentirsi dire che scrivendo qualcosa si è riusciti a trasmettere delle emozioni.
    Ovviamente questo dovrebbe essere l'obiettivo principe di qualsivoglia tentativo di espresione, ma non è affatto scontato che l'obiettivo venga poi raggiunto. Averlo raggiunto, anche solo con due persone, è senza dubbio fonte di gratificazione.

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