domenica 22 novembre 2009

Lucca Digital Photo Fest, cosa merita e cosa no

Ieri, come vi avevo accennato giorni fa, sono stata a Lucca, per il Digital Photo Fest. La giornata è stata bellissima e stimolante, ma molto faticosa, a onor del vero. Visitare tante mostre diverse in un solo giorno richiede energie non soltanto fisiche ma soprattutto mentali. Le mostre dislocate nella città sono in tutto venti: è chiaro quindi che se uno vuole vederle tutte deve prendersi almeno due giorni. In una sola giornata è comunque possibile vederne una buona parte, ma a mio avviso occorre selezionare e dare priorità alle cose veramente valide. Perché diciamocelo, ci sono anche opere un po' inutili. Io ieri non ho visto proprio tutto, ma quasi. Personalmente, ci tornassi domani, vedrei senza dubbio queste cose qui:
  • la mostra di Avedon, semplicemente splendida. Uno dei più grandi fotografi di moda è riuscito nel 1995, a circa settant'anni, a realizzare un ciclo di foto surreali che vedono la comprensenza di una modella tutta lustrini e fronzoli e di uno scheletro. Avedon sembra qui voler quasi sbeffeggiare-accusare il mondo in cui lui stesso per anni ha lavorato, ricordandoci in modo dissacrante il trionfo della morte su tutte le cose e la natura illusoria di quell'eterna giovinezza propostaci dalla moda. Oltre a questo bel ciclo di lavori compiuti in tarda età la mostra presenta anche una ventina di scatti "classici", tra i suoi più famosi.  Circa 40, in tutto, le foto esposte
  • il Word Press Photo, rassegna imperdibile delle 62 foto premiate quest'anno al celebre concorso di fotogiornalismo. World Press Photo è un'organizzazione olandese indipendente e senza scopo di lucro. Dal 1955, anno della sua fondazione, ad oggi, tale organizzazione si è fatta promotrice del più grande e prestigioso concorso annuale di fotogiornalismo al mondo. 
  • Estasi e memorie: nuovi 'scrolls', antologica 1960-2005, insieme di opere del giapponese Eikoh Hosoe, stampate su una carta piuttosto particolare (l'esposizione mi ha lasciato perplessa ma senza dubbio va vista, anche solo per confrontarsi con una cultura altra) 
  • la mostra, interamente in bianco e nero, su Cuba, di Ernesto Bazan, cinquantenne siciliano che a Cuba ha vissuto per anni: le foto di reportage si mescolano qui a foto più personali, che ritraggono la sua famiglia. Il tutto senza dubbio merita, ma richiede tempo, poiché i lavori esposti sono 118. 
  • l'esposizione dell'artista fiorentino Giacono Costa, dal titolo Natura Morta: una serie di grandi immagini a colori, realizzate per buona parte al pc, dove la natura vince sull'uomo, riprendodosi quegli spazi che fino ad ora la civiltà le ha ingiustamente portato via. (sconsiglia la visione ai duri e puri della fotografia classica)
  • la mostra di Maïmouna Patrizia Guerresi, Asilo polittico: pochissimi scatti, caratterizzati da soggetti grandi e contrasti cromatici forti. Una rappresentazione del mondo musulmano senza dubbio particolare e affascinante (interessante il fatto che i corpi di questi soggetti siano  "svuotati" e coperti da enormi manti colorati).
  • Schermo nero, notti bianche. Un viaggio nel cinema italiano. La bella mostra in bianco e nero di Claude Nori è perfetta per tutti gli amanti del cinema. Anzi, direi quasi imperdibile!
  • Camera oscura, esperimento suggestivo del duo Francesco Tommasi e Davide Regoli.
Probabilmente mi risparmierei invece la stanza dedicata a Nancy Fina (fotografa di moda) e le videoinstallazioni di Debora Vrizzi e Lucille Vrignaud, che onestamente ti fanno commentare: "si, e allora?"

Questo è quanto.

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