sabato 20 agosto 2011

Non lasciarmi

Devo ringraziare mia sorella per questa soffiata. Ricordavo vagamente di aver visto il trailer, diverso tempo fa. Ricordavo di aver pensato che poteva essere un film valido, ma poi, come sovente accade, dato anche il bombardamento costante di nuove uscite, questo titolo era andato a finire nel dimenticatoio.
Ebbene, ieri sera ho rimediato e ne son stata felice.
Non lasciarmi è un bel melodramma sulla precarietà dell'esistenza umana, sul vuoto di senso che circonda tutti noi. E' la storia di tre giovani vite spezzate e di due amanti tenuti lontani. E' un'intensa riflessione su quello che nella vita conta veramente, su ciò che la rende meritevole di essere vissuta.
La trama di per sé è insignificante: si racconta in un minuto e tutto sommato dice ben poco. L'aspetto fantascientifico, potrei dire anche orrorifico, è appena accennato. Quel che conta è l'atmosfera, il senso di struggente maliconia che pervede ogni sequenza. Ottimi fotografia, costumi e cast.
Non è un film semplice, sia chiaro. E' tutto fuorché accondiscendente e non ha neppure un ritmo particolarmente sostenuto. E' un bel piombo, insomma, inutile negarlo. Però emoziona, e anche parecchio.

2 commenti:

  1. Bellissimo film, anche se difficilmente avrò il coraggio di rivederlo a breve. Quello che più mi ha sconvolto di questa pellicola è l'incredibile presa di coscienza da parte di tutti e tre i ragazzi del loro destino segnato, tanto che non gli passa MAI neppure per la testa nè di ribellarsi nè di provare a cambiare la loro vita. Un film di indicibile sofferenza, ma anche una splendida riflessione sull'amicizia.

    Se ti va, puoi leggere il mio commento qui sopra:

    http://solaris-film.blogspot.com/2011/04/non-lasciarmi-gb-2011-di-mark-romanek.html

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  2. Come mi ha fatto giustamente notare un caro amico, è propria della cultura giapponese l'idea del sacrificio del singolo individuo per il raggiungimento di un bene più alto, ossia per la salvaguardia dell'intera società. Probabilmente la "rassegnazione" di cui tu parli dipende proprio da questa concezione della vita.

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