mercoledì 27 gennaio 2010

Moon

Sam Bell, un' astronauta, deve stare tre anni da solo sulla luna, a lavorare per una società energetica, Lunar, che raccoglie elio 3, risorsa fondamentale per la sopravvivenza della terra. All'interno della base, Sam è circondato dalla tecnologia - un robot di nome Gerty lo aiuta in ogni situazione -, ma vive nella solitudine più estrema. Può comunicare con il mondo ma sempre per via indiretta, attraverso messaggi registrati: un guasto satellitare gli impedisce di avere conversazioni dal vivo con la moglie o la figlia. Fin qui niente di nuovo. Ci troviamo davanti al classico film di fantascienza che affronta il complesso rapporto tra gli uomini e le macchine. Un po' 2001 Odissea nello spazio, per intendersi. Un giorno però Sam ha un incidente sul lavoro e da quel momento tutto cambia. Quello che succede non lo svelo perché non voglio rovinare a nessuno il gusto della visione. Ciò che posso dirvi, però, è che quest'opera prima del figlio di David Bowie improvvisamente muta registro e ci fa interrogare sul rapporto che ognuno di noi ha con se stesso, con la propria identità.
Film claustrofobico, minimalista, scevro da effetti speciali, ma senza dubbio (forse proprio per questo, chissà) capace di far riflettere. E scusate se è poco.

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